I bianconeri, privi di Shengelia influenzato e Polonara acciaccato, travolti in avvio dai greci primi in classifica. Ivanovic fa esperimenti, nel secondo tempo arriva qualche segnale di energia ma non basta (70-92). Contro Milano servirà un’altra Segafredo
Dusko Ivanovic mette subito le cose in chiaro: il quintetto sperimentale che comincia la partita è il segnale che si pensa soprattutto al campionato adesso. Senza Shengelia influenzato e Pajola tenuto parzialmente a riposo, la Segafredo non crede di poter stare in partita con la corazzata Olympiacos, e così è per lunghi tratti. Già a -15 dopo metà primo quarto (4-19), i bianconeri incassano 34 punti in un tempo dagli scatenati Milutinov e Fournier, mentre di qua la prima tripla entra allo scadere del primo tempo, 1/12 e 0/5 di Holiday sempre a metà, quando i greci hanno sfiorato i 30 punti di vantaggio (+29). Non c’è argine ai lunghi avversari, anche Fall domina sotto canestro, solo Akele, che era tra quelli partiti in quintetto, si ritaglia qualche momento di gloria, insieme al solito Cordinier e Hackett, anime dello sforzo che riporta nel terzo quarto i bianconeri a-12, con un +11 di parziale. L’atteggiamento e l’efficacia della Virtus nel secondo tempo sono diverse. Grinta e giocate che non riescono a mettere il risultato in discussione, blindato da Vezenkov, Milutinov e Papanikolau, ma provano a salvare l’orgoglio sotto gli occhi dei due soci e anche di Joey Saputo, seduto in parterre. Il match diventa anche nervoso nell’ultimo quarto, Hackett e Ivanovic beccano tecnico dopo un paio di fischi dubbi, Domenica c’è Milano, vittoriosa con Monaco e che rischia di essere distratta dalla coppa. Per la Virtus una gara di enorme importanza.
