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La Virtus ci crede poco, il Real passeggia all’arena

I bianconeri, senza Belinelli e Pajola acciaccati, subiscono 30 punti nel primo tempo e non basta una reazione nel secondo tempo per riaprirla. Finisce 67-80

Niente serata magica. La Virtus s’arrende al Real lottando forse anche meno di quanto sperato e atteso. Senza Belinelli e Pajola, rimasti fuori a curare qualche acciacco per essere pronti in campionato, soprattutto il play alla caviglia soffre per i postumi delle fatiche in Nazionale, è Tucker a partire meglio del solito. Il Real però segna praticamente a ogni folata nel primo quarto, Garuba e Musa chiariscono le intenzioni e le necessità madridiste e la differenze sono subito enormi. La squadra di Mateo impiega muscoli e centimetri, la Virtus soffre in rimbalzo e più del solito in difesa, mentre Morgan la manda fuori giri e a Shengelia la solita lotta, pur apprezzabile e più convincente di altre, non basta. Ci prova Cordinier a dare un po’ del solito tutto, alla Virtus però servirebbe anche qualche tripla, 1/9 all’intervallo e poco e niente meglio alla fine (3/20), e l’unico gol proprio di Holiday, che due canestri li segna e si spera sia un piccolo segnale per il futuro. Il Real ne segna 30 nel primo quarto, prima di subire un accenno di reazione virtussina, insufficiente per tornare sotto da un’ampia doppia cifra di svantaggi. Ibaka e poi Tavares sono irraggiungibili per i lunghi bianconeri, proprio come Madrid sul tabellone (37-59 al 24′), tutto cucito alla perfezione dagli assist di Campazzo. Fra errori e omissioni la Segafredo riesce quasi a dimezzare lo svantaggio nel finale di terzo quarto, con accelerazione di Morgan. Gli ospiti ci mettono del loro per non dilagare, ma alla Virtus, che al massimo risale al -11 del 36esimo, mancano la qualità e anche la fiducia di poter rientrare davvero in partita. Adesso l’ultima in casa di un’Eurolega infelice sarà ad aprile con Milano, in mezzo ad altre quattro trasferte.

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