Il mercato è sempre più nelle mani delle grandi piattaforme. Lo studio dell’Alma Mater rileva dal 2018 il boom dei corporate host (+160%) mentre calano drasticamente i singoli
In dieci mesi a Bologna sono scomparsi dal mercato degli affitti brevi 337 alloggi, una flessione del 7,9% degli annunci da giugno dello scorso anno a marzo. Sembrerebbe una buona notizia, il frutto del giro di vite sulle “case per turisti”. Ma a guardare meglio i dati non è così. Perché a calare sono soprattutto le stanze private e i piccoli host, mentre la presenza delle grandi società si è intensificata come mai sino ad ora. Con lo stesso volume d’affari. È quanto emerge da un’indagine ragionata dell’Alma Mater che dal 2020 monitora in maniera indipendente il mercato di Airbnb in città, con all’attivo diverse pubblicazioni. Rispetto a giugno 2024, quando a Bologna si è raggiunto il picco con 4785 annunci, c’è stata una flessione, ma il volume d’affari resta stabile. Non solo: il numero di proposte di case intere, quelle che hanno un maggiore impatto sul mercato immobiliare, è cresciuto di 89 unità. Scende invece l’offerta di stanze private con 167 annunci in meno. Ma il dato ancora più allarmante è che norme più restrittive – come l’obbligo del riconoscimento degli ospiti – hanno avuto come risultato quello di allontanare i privati, che magari volevano arrotondare affittando un monolocale in periferia o la stanza degli ospiti per qualche notte, senza intaccare la speculazione. Mai come negli ultimi dieci mesi, sostiene la ricerca, la gestione imprenditoriale dell’offerta si è intensificata. Dal 2018 gli alloggi proposti dai cosiddetti corporate host sono aumentati del 160% superando numericamente i piccoli, mentre nello stesso arco di tempo gli annunci di privati con un solo alloggio sono diminuiti dell’11,9%. Società come Wonderful Italy Emilia-Romagna gestisce sulla piattaforma ben 169 alloggi, seguita da Realkasa con 94, mentre Welcome to Emilia Romagna & Marche! ne ha 74. L’elenco prosegue con Rino e i suoi 57 annunci, Luca ne posta 55, Patrizio 48. Sono società attive in tutta Italia, anche Rino, non è un host privato, ma il nome commerciale di “Ur Nest Serviced Apartment”, operatore professionale con oltre 60 appartamenti tra Bologna, Milano e Firenze. Venendo alle zone, come è ovvio, il 56% degli annunci, pari a 2481 (erano il 51% nel 2018), sono concentrati in centro storico, e anche nel caso della localizzazione degli alloggi, dentro le mura quasi un annuncio su 2 (il 43%) è governato da grandi società, mentre fuori porta, al contrario, il 42% è legato a piccoli host. Siamo di fronte a una trasformazione del mercato in una direzione sempre più imprenditoriale con una professionalizzazione in senso verticale, che lascia sempre meno spazio all’hosting occasionale. Un riassetto che non solo non implica una riduzione dell’impatto degli Airbnb sul territorio ma che influisce negativamente sulla composizione sociale dei quartieri.