Maxi operazione di polizia e guardia di finanza dopo la segnalazione di un conto postale sospetto
BOLOGNA – Un sodalizio criminale che avrebbe sfruttato illecitamente la normativa legata al Superbonus 110%”, incentrando “i propri affari al core business del riciclaggio e autoriciclaggio del denaro, con un meccanismo che veniva innescato attraverso il pagamento di false fatture emesse da imprese fittizie del settore edilizio nei confronti di altre imprese realmente esistenti, per un importo complessivo di circa 24 milioni di euro”. Oltre 100 agenti della Polizia Postale e militari della Guardia di Finanza lo hanno sgominato attraverso 40 perquisizioni in quesi tutte le province dell’Emilia Romagna (Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini) e anche a Napoli, Caserta e Mantova che hanno portato all’esecuzione di 29 misure cautelari: nello specifico la custodia in carcere per il promotore del sodalizio e arresti domiciliari per il suo braccio destro, entrambi casertani sui 40 anni e con precedenti e poi 10 obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria e 24 divieti di esercitare attività imprenditoriale per 12 mesi. Sequestrati anche in via preventiva circa tre milioni di euro, somma ritenuta pari ai proventi illeciti realizzati dall’organizzazione. I destinatari dei provvedimenti, spiegano le Fiamme gialle e la Polizia postale, “sono coinvolti, a vario titolo, in un’associazione a delinquere composta da soggetti di origine campana e da numerosi imprenditori presenti sul territorio emiliano-romagnolo”, dove, a quanto si apprende, sono state individuate oltre 130 imprese, due terzi delle quali nel bolognese. L’operazione è il risultato di un’indagine condotta dal Centro operativo per la Sicurezza cibernetica della Polizia postale per l’Emilia-Romagna, coordinato dal Servizio Polizia postale e per la Sicurezza cibernetica e dal Nucleo operativo metropolitano della Guardia di finanza di Bologna, sotto la direzione del pm bolognese Flavio Lazzarini. Ad innescare le indagini, svolte tramite accertamenti finanziari, intercettazioni ambientali e pedinamenti, è stata “la segnalazione, fatta da Poste italiane alla Polizia postale, relativa a movimentazioni sospette di un conto corrente da poco aperto in una filiale del bolognese”. Gli investigatori hanno scoperto che “a fronte della ricezione delle fatture false, le imprese attive in Emilia-Romagna procedevano al pagamento tramite bonifico, salvo poi recuperare la somma con il denaro contante messo a disposizione da ambienti criminali campani, decurtata della percentuale fissata per il ‘servizio’ prestato”. Così “gli imprenditori riuscivano a pagare meno tasse abbattendo fittiziamente i ricavi e a creare provviste ‘occulte’ da reimmettere nel circuito economico”.