L’associazione dei familiari delle vittime ha celebrato il suo trentennale tornando a chiedere giustizia per tutte le vittime, perchè – ha spiegato il presidente Capolungo – “diversi aspetti di quei 7 anni e mezzo di crimini possono essere ancora chiariti”
BOLOGNA – Compie trent’anni l’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, impegnata a tenere accesi i riflettori su quanto successo tra il 1987 e il 1994. Sette anni e mezzo, durante i quali sono stati commessi 103 crimini in cui sono morte 24 persone e ne sono rimaste ferite 114. Lo fa prima di tutto da punto di vista giudiziario – ha detto il presidente Alberto Capolungo nel corso della tradizionale cerimonia al monumento di viale Lenin – cercando nuove prove attraverso l’esposto presentato in Procura e le indagini che ne sono scaturite. E poi in occasione di questo anniversario tondo, c’è anche una riflessione sulla memoria, sull’importanza di far conoscere quanto successo tra Bologna, la Riviera romagnola e le Marche alle generazioni nate dopo i fatti. Anche grazie alla collaborazione con le istituzioni: una mostra in programma in Comune e la firma di un protocollo con l’Assemblea legislativa regionale