I rossoblù battono 2-0 il Napoli e vanno a -1 dalla squadra di Conte, dominata per tutta la gara. Decisivo l’ingresso di Cambiaghi, in gol Dallinga e Lucumi
Nel gol che sblocca la partita ci sono tre cose straordinarie: il doppio passo di Cambiaghi, l’esterno destro da giocatore di biliardo di Dallinga, il fiuto dell’allenatore che sceglie l’attaccante titolare, primo gol stagionale, togliendo dai giochi Castro, uno dei suo uomini migliori, in una gara come questa. Nel raddoppio di Lucumi, prima volta a rete in serie A, c’è invece la storia a lieto fine di chi voleva andar via per sentirsi grande, e grande lo sta diventando insieme ai compagni, dopo non averli lasciati, grazie alla resistenza del club che l’ha blidato da offerte importanti. Nel 2-0 del Bologna, capace di annullare il Napoli capolista anche oltre le attuali difficoltà della squadra di Conte, c’è il racconto di un popolo che sogna, di una società che programma, di un gruppo eccellente e senza lacune. Citofonare Massimo Pessina, diciassettenne terzo portiere, al suo debutto in serie A perché dopo 7′ Skorupski accusa un problema muscolare e Ravaglia, il suo secondo, è ko. Al ragazzino basta la postura tranquilla con cui entra in campo a rasserenare tutti. Compresi i 33mila sugli spalti, record al Dall’Ara, in estasi di fronte a una squadra mai disposta ad arretrare di un centimetro. Contro il collega per eccellenza capace di dare tattica e grinta alla sua squadra, Vincenzo Italiano mette la difesa alta come ai bei tempi, va in pressione a partire dagli attaccanti, con Odgaard molto vicino a Dallinga, piazza Pobega a uomo contro McTominay. Il risultato è un Napoli incapace di far gioco, lo scozzese non vede palla e spazi, cosi come sono bloccate le fasce, dove Holm e Miranda non soffrono affatto Politano ed Elmas, grazie anche al lavoro di Orsolini e Rowe. La svolta è dettata dall’ingresso di Cambiaghi, fuori Rowe anche lui con un problema muscolare da valutare. All’esterno bastano quattro minuti, un paio di volate e di tocchi baciati dalla condizione e dal talento, per un vantaggio che sembra un evento naturale, per lo sviluppo della gara. Ferguson dirige alla perfezione, tanto che l’assenza del pur indispensabile Freuler non s’avverte. Hojlund resta isolato a battagliare con tutti, a volte alzando gomiti e mani. Nicolò a sinistra fa impazzire Politano, Di Lorenzo e Rahmani è bruciato da Dallinga in avvio di ripresa. Il segnale di non ritorno. Bologna a un passo dalla vetta. Qualcuno che ha scommesso sullo scudetto oggi è “solo” un inguaribile ottimista, ma non è più così folle a guardare che è stata la vera grande in campo.