Un’aggressione ritenuta particolarmente grave dalla polizia che ha condotto le indagini
BOLOGNA – Venerdì sera era stato arrestato dalla Polizia dopo aver aggredito e ferito al collo con un oggetto di vetro un connazionale in via Amendola. Un’aggressione ritenuta particolarmente grave e che, unita al fatto che l’uomo, un 24enne nigeriano con numerosi precedenti, non ha una dimora stabile, ha portato ora alla convalida del suo fermo e al suo trasferimento alla casa circondariale della Dozza.
Tutto sembra sia nato, stando immagini delle telecamere di sorveglianza con cui è stato possibile ricostruire la dinamica dei fatti, da un alterco verbale tra i due, poi degenerato in una rissa. Solo l’intervento di altri stranieri presenti nella via via della zona della stazione ha placato gli animi. Pochi istanti dopo, però, l’aggressore è arrivato alle spalle della giovane vittima, colpendola al collo con un oggetto di vetro, verosimilmente una bottiglia.
All’arrivo delle ‘volanti’, il ragazzo caduto a terra era circondato da alcuni connazionali accorsi in suo aiuto e perdeva sangue da una profonda ferita che si estendeva dall’orecchio alla gola. Aveva inoltre una seconda lesione allo zigomo sinistro e un’escoriazione alla mano destra. Poco distante, gli agenti hanno rinvenuto numerosi cocci di vetro, probabilmente l’arma utilizzata per l’aggressione. La vittima è stata trasportata dal 118 al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, dove ha ricevuto una prognosi di 15 giorni. Ma prima del trasferimento, nonostante le sue condizioni, il ha indicato agli agenti il presunto aggressore, descrivendolo nei minimi dettagli anche per abbigliamento e aspetto.
Grazie alla segnalazione, una ‘volante’ è riuscita ad individuarlo pochi minuti dopo. Dagli accertamenti è emerso che il 24enne, con precedenti di polizia che vanno dalla resistenza allo spaccio, era irregolare in Italia dal 2021 e gravato da un rintraccio per notifica di un ordine di carcerazione e decreto di sospensione nei confronti di condannato in stato di libertà, emesso dalla Procura lo scorso maggio.