Commemorazione di uno degli eccidi nazifascista più efferati, un centinaio di vittime. La memoria fa riflettere su un presente sempre più caratterizzato da guerre e tensioni
BOLOGNA – Ottantuno anni fa nei calanchi di Sabbiuno morirono quasi un centinaio di partigiani, prigionieri politici, semplici ragazzi che erano imprigionati nel carcere di San Giovanni in Monte e furono condotti sui colli di Bologna e qui fucilati in uno dei più crudeli eccidi nazi-fascisti. Una ferita per il nostro territorio e per il nostro paese, che anche in questo anniversario le tante persone che hanno voluto riunirsi davanti al drammatico sacrario che ricorda quei giorni non vogliono chiudere, per fare memoria e rinnovarla di fronte ad un momento difficile, ad un’attualità in cui si torna a fare i conti con la guerra