Sono 21 i giovani adulti trasferiti al momento alla Casa circondariale di Bologna. Una misura temporanea che sembra verrà protratta oltre i novanta giorni previsti
BOLOGNA – Da 18 sono diventati 21 i giovani adulti trasferiti alla Casa circondariale di Bologna, provenienti da altri sette istituti penali minorili e dalle strutture penitenziarie in ristrutturazione. Sembra ne arriveranno altri anche da Torino ma non supereranno la soglia della cinquantina.
Una misura temporanea di novanta giorni, che molto probabilmente, però, a detta del Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri toccherà i sei mesi per via delle ristrutturazioni in ritardo.
Una soluzione che vede un numero di detenuti alla sezione della Dozza in custodia cautelare che impedisce di mettere in atto progettualità specifiche, mentre il trasferimento di un numero irrisorio di giovani detenuti da carceri in sovraffollamento non ha apportato alcun miglioramento nemmeno in questo senso.
E, anzi, viene così a mancare del tutto l’elemento della territorialità incentivando quella che il Portavoce nazionale della Conferenza dei Garanti, Samuele Ciambriello, definisce come una vera e propria deportazione allontanandoli dalla famiglia, dai conoscenti e dai propri legali.
Un’inclusione sociale sottratta anche ai numerosi minori non accompagnati che nelle carceri Italiane avevano trovato un loro spazio non avendo altri legami e che ora rischiano – a detta dei Garanti – di essere sballottati nelle nuove carceri.
Esplicito, infine, l’invito al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari da parte del Portavoce Ciambriello.