La grande gioia dei 30mila allo stadio, città in festa per lo storico risultato raggiunto dopo 51 anni
ROMA – Il sogno è realta. Cinquantuno anni dopo il Bologna vince la Coppa Italia, conquista la partecipazione all’Europa League e si ritaglia nuovamente un posto nella storia. La finale in un Olimpico dal colpo d’occhio eccezionale, alla fine tutto rossoblù, s’accende subito. Leao prova a mettere in difficoltà il rientrante Holm, ma il primo squillo è di Castro, di nuovo in campo dall’inizio, su invito di Miranda, il riflesso di Maignan è all’altezza. Sembra comunque partire meglio il Milan e Skorupski deve fare il miracolo dopo dieci minuti dal via, soprattutto sul tap in di Jovic, dopo aver già respinto una deviazione di Beukema su cross di Jimenez, che aveva rubato palla troppo facilmente. Italiano, che ha scelto Fabbian per Odgaard così da mandarlo sulle piste di Rejinders, chiede ai suoi il solito atteggiamento coraggioso, e il Bologna, passata l’emozione iniziale si scioglie attorno al suo calcio abituale. Ndoye, appena rientrato, è sempre vivo e Tomori deve spendere un giallo su di lui, i rossoblu prendono la mediana e girano intorno all’area di Maignan chiedendo un rigore per fallo di Pavlovic su Holm. Protesta anche il Milan, che vorrebbe più di un giallo quando Ferguson stende senza indugi Leao lanciato nella sua solita prateria, ma siamo ancora nella metà campo milanista. Così dopo l’avvio spettacolare le squadre dimostrano rispetto reciproco e maggiore prudenza prima dell’intervallo. Si gioca sulle due fasce sinistre, quella del Bologna ha Ndoye che mette in pericolo la difesa del Milan e dopo 7′ di ripresa manda un popolo in delirio. Lo svizzero in area aspetta il momento giusto per colpire e trova il destro vincente boato all’Olimpico e in città. Conceicao replica la mossa del campionato, tre cambi e difesa a quattro, Italiano risponde irrobustendosi con Pobega per Fabbian e la linea difensiva a cinque inserendo Casale per Orsolini. I rossoneri non mettono paura a Skorupski, anzi la volee ancora di Ndoye mette i brividi a Maignan. Italiano la blinda, stavolta la finale vince ed è l’eroe, insieme alla sua squadra, di tutto un popolo.