L’iniziativa alla fine piace più di quanto sembrasse.
BOLOGNA – Mugugni e lamentele hanno accompagnato all’inizio l’iniziativa Bologna città 30: rallentare la circolazione in un ampio anello, comprendente anche arterie importanti, sembrava a molti una forzatura. Per questo le opposizioni di centro destra ne avevano fatto una battaglia di bandiera. Ma la città più lenta non ha rallentato probabilmente troppo i ritmi della vita quotidiana visto che il referendum voluto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia non si farà. E non per vizi formali o giuridici, ma perchè i cittadini non hanno firmato. Non abbastanza cittadini almeno: sulle 9mila adesioni necessarie i banchetti per le vie del centro hanno raccolto solo 3.500 sì. Non è bastano che a scendere in campo siano stati anche parlamentari di peso, come Galeazzo Bignami e Marco Lisei, non è bastato rimandare la raccolta firme a dopo l’estate per evitare di trovare strade vuote. Non è bastato nemmeno passare di casa in casa. Il referendum non si farà, anche se le firme sono comunque state depositate e anche se i garanti avevano dato via libera. Non si farà perchè evidentemente una Bologna più lenta, con meno incidenti gravi e che lascia il tempo di guardarsi intorno alla fine piace più di quanto sembrasse.