Sono istantanee che parlano da sole e che, nelle sale di esposizione, sono stampate su grandi teli sospesi che scendono da strutture a bobina, come a ricordare le rotative e il perpetuo movimento della stampa
BOLOGNA – 140 anni raccontati attraverso le immagini e i testi di un giornale che ha documentato gli eventi più importanti di oltre un secolo e mezzo di storia. La grande mostra allestita a palazzo de Toschi e visitabile fino al 19 gennaio parte da quel 20 marzo 1885, giorno di fondazione del Resto del Carlino e con un salto temporale si arriva alla prima e alla seconda guerra mondiale, alla liberazione di Bologna nel 1945. E poi il disastro del Vajont, la morte di Aldo Moro, la strage alla stazione Centrale. L’epoca contemporanea, con la morte di Alex Zanardi, di Luciano Pavarotti e di Lucio Dalla, fino agli anni del Covid e alle devastazioni del conflitto israelo-palestinese.
Sono istantanee che parlano da sole e che, nelle sale di esposizione, sono stampate su grandi teli sospesi che scendono da strutture a bobina, come a ricordare le rotative e il perpetuo movimento della stampa. Il percorso di visita è un immersione nelle pieghe di eventi che dal bianco e nero arrivano fino al colore, in una sintesi di quello che è stato definito il lunghissimo Secolo Breve.