CORRELATI
Cronaca

Caro affitti, gli studenti alle Istituzioni: “Bisogna risolvere il problema alla radice”. VIDEO

Cronaca

Incidente tra due mini van, la Polstrada soccorre gruppo di 16 ragazzini

Cronaca

Tragedia in via Rimesse, anziana muore nell’incendio del suo appartamento. VIDEO

Tre anni fa il femminicidio di Alessandra Matteuzzi, il ricordo della sua migliore amica

Il 17 settembre la Cassazione per Giovanni Padovani, condannato all’ergastolo per l’omicidio

BOLOGNA – Tre anni fa l’omicidio di Alessandra Matteuzzi, la 56enne originaria di Pavullo uccisa sotto casa a Bologna dall’ex fidanzato Giovanni Padovani a colpi di spranga, calci e pugni e poi finita con una panchina. L’uomo è stato condannato all’ergastolo in appello per omicidio pluriaggravato e il 17 settembre è fissata la Cassazione. A tre anni di distanza da quel terribile giorno è la migliore amica di Alessandra, Daniela Stanzani, a ricordarla con un lungo post su Instagram. “Oggi – scrive – sono tre anni che non sei più con noi, ancora impossibile credere che sia successo, sento ancora le tue ultime parole: Dany hai bisogno? No, grazie Ale ho, quasi finito anche io, bene, allora vado dalla mia mamma, ci vediamo domani ci vediamo domani ma quel domani non è mai arrivato. Ora – continua – ci sono persone che parlano di perdono ma come si può perdonare un essere che ha fatto una cosa così atroce? Noi – dice ancora l’amica – c’eravamo in quel maledetto anno e abbiamo vissuto insieme a lei tutto quello che le ha fatto passare e, credetemi, un inferno è poco”, conclude il post. A prendere parola oggi sono anche i legali della famiglia Matteuzzi sottolineando lo strazio della famiglia, in particolare della sorella. “Oggi 23 agosto è il giorno del ricordo, del dolore – scrivono – l’espiazione dell’ergastolo a cui è stata condannata Stefania Matteuzzi con la sua famiglia unitamente a tutte le persone che amavano Alessandra”. E poi ancora la rabbia contro l’assassino, contro un feroce delitto premeditato. “Giovanni Padovani – scrivono – non è stato mosso da alcun impulso improvviso, aveva la capacità di pianificare e controllare il proprio comportamento. Aspettiamo con fiducia il giudizio della Cassazione – concludono i legali – pronti a ribadire quanto già detto nei precedenti gradi giudizio”.

© Riproduzione riservata

CONDIVIDI

Cerca nel sito