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Anche la nostra città piange la scomparsa del Pontefice. La visita a Bologna nel 2017 l’incontro con i migranti nell’hub di via Mattei, poi l’Angelus in una piazza Maggiore gremita, poi la messa al Dall’Ara e l’abbraccio di 40mila persone

BOLOGNA – Papa Francesco è morto questa mattina, dopo 38 giorni di ricovero per una polmonite e una ripresa che sembrava essere sorprendente nel corso della quale ha voluto essere in mezzo alla sua gente, fino a ieri, quando ha voluto fare un giro in papamobile nel giorno di Pasqua. Se ne va dopo dodici anni di un fitto pontificato, non scevro di problemi e contraddizioni, ma che ha segnato una svolta talmente ampia, nella sostanza e nella forma, dalla quale probabilmente sarà difficile fare marcia indietro. Aveva 88 anni. Era arrivato dodici anni fa, il 13 marzo del 2013, e il mondo lo ha conosciuto per quel semplice “buonasera”. Era il suo primo saluto rivolto al mondo intero e già quella semplicità disarmante preannunciava una ventata di nuovo, rivoluzionaria. Jorge Mario Bergoglio ha preso in mano la Chiesa da quello stesso giorno e l’ha condotta per sentieri coraggiosi, aprendo le porte a “tutti, tutti, tutti”, e non preoccupandosi di quell’ala dei cattolici che sono sempre restii alle novità. Lo ha fatto dopo lo choc delle dimissioni di Benedetto XVI ma lui ha saputo voltare pagina in un modo che era difficile anche da immaginare. L’apertura ai divorziati, agli omosessuali, la valorizzazione delle donne fino a dare loro il posto che da secoli era riservato solo ai cardinali. E poi quella Chiesa “in uscita”, verso i più fragili, dai migranti, la sua prima preoccupazione, ai poveri. E’ pensando proprio ai poveri che sceglie un nome che mai nessun Pontefice della storia aveva osato scegliere: Francesco, come il poverello d’Assisi, anche lui un rivoluzionario dei suoi tempi. Era il primo ottobre del 2017 quando Papa Francesco è arrivato in visita sotto le due torri. Nell’occasione, aveva visitato il centro di accoglienza speciale per migranti e aveva incontrato le autorità civili, e le associazioni delle vittime delle stragi. Si era trattenuto nella cattedrale di San Petronio per un pranzo con i poveri, per poi incontrare gli studenti e le studentesse della comunità universitaria in piazza San Domenico e, infine, tenere la Santa Messa allo stadio. Oltre 40mila fedeli, seduti sugli spalti, avevano seguito commossi la celebrazione, momento finale di una giornata in cui i bolognesi avevano fatto sentire il calore e la devozione per il pontefice e l’organizzazione dell’evento aveva coinvolto tutta la città. A Bologna, Francesco aveva un grande amico l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi, che lui fece cardinale e che nel tempo è divenuto presidente della Cei, negli anni è diventato tra le Eminenze più vicine al pontefice. E che ora viene additato, letteralmente, fra i papabili.

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