I bianconeri comandano sempre ne secondo match della finale scudetto contro Brescia e adesso sono vicinissimi al diciassettesimo titolo
Bologna – Quando Shengelia fa canestro da terra, dopo una botta durissima ricevuta da Burnell, i suoi pugni sul petto sono il segnale definitivo. E’ il secondo quarto, ed è il secondo tentativo di fuga dei bianconeri, che avevano approcciato il match in modo differente, e più intenso, di gara 1. E con una qualità maggiore, a partire dalle giocate di Hackett e ancora dell’eroe georgiano, che oltre ai punti si dedica anche agli assist (5 metà gara, sui 10 complessivi della squadra sempre all’intervallo). S’era visto bene anche Akele, nello spot dove chiaramente l’assenza di Ndour è un macigno per Brescia. La squadra di Poeta cerca di non perdere il marchio della sua qualità di fronte all’intensità bianconera, ma il tiro non è quello delle serate migliori e la Segafredo ha invece la faccia delle sue grandi notti. Al 23′ il tabellone dice +12, le V nere hanno un’altra marcia e la Segafredo Arena spinge una squadra che ha già dentro di sé una carica speciale. La squadra di Ivanovic gioca meglio su ogni lato del campo, controlla i rimbalzi e arriva dentro con i lunghi, senza soffrire Bilan. Una tripla di Pajola al 27′ fissa il massimo vantaggio virtussino a +13 prima che Brescia reagisca e non solo d’orgoglio. Gli ospiti girano bene palla e ritrovano le loro misure, tornando a -3. Ma è ancora nel segno dello scatenato Pajola che al 32′ la Virtus ha le mani sul match e sul campionato. Brescia non ne ha più, i bianconeri andrebbero avanti ancora. “Per quella V cucita sul cuore” come avevano scritto all’inizio i tifosi bianconeri nella bellissima coreografia della curva. Appuntamento martedì a Brescia, è il primo match point scudetto.
