Sono indagati per l’attentato incendiario del 2023 alla stazione di Rimini. “Attacchiamo con il fuoco” si leggeva nelle rivendicazioni
BOLOGNA – Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, Milano, Torino e Lucca, in tutto sono 15 le persone considerate esponenti del movimento anarchico perquisite dalla Digos, e indagate perché ritenute partecipanti a vario titolo all’incendio doloso che il 20 aprile 2023 venne appiccato a due auto della Polizia Ferroviaria di Rimini, parcheggiate nel piazzale interno dello scalo nord della stazione ferroviaria. L’atto terroristico era stato rivendicato su alcuni siti d’area. “Si è scelto di attaccare con il fuoco la polizia ferroviaria, misera appendice della polizia di stato, addetta all’infame compito della salvaguardia della sicurezza in ambito ferroviario” si leggeva nella rivendicazione. “Il loro ruolo di guardiani dei cosiddetti confini di stato ha rappresentato un motivo in più per fargli visita proprio sotto casa loro. Infatti il costante monitoraggio che la Polfer agisce su “presunte” persone senza documenti rappresenta un serio ostacolo per chi
vuole muoversi liberamente” concludeva il testo, nel quale c’erano anche la solidarietà espresso ad alcuni esponenti anarchici e anche a Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, ricordando la loro detenzione al 41 bis. Le indagini sono state condotte attraverso l’analisi di quella che la polizia definisce “un’enorme mole di immagini” riprese dagli impianti di videosorveglianza della zona e passate al setaccio dalle Digos di Bologna e Rimini. Decisivi anche gli accertamenti effettuati dalla Scientifica. L’attività è stata coordinata dalla Procura della Repubblica distrettuale di Bologna con il pubblico ministero Stefano Dambruoso. Sequestrati ai 15 indagati telefoni e pc, e alcuni capi di abbigliamento al vaglio degli inquirenti.