Intanto la Cgil accusa Aiop di voler solo ricevere fondi pubblici senza riconoscere i diritti dei propri lavoratori
BOLOGNA – In Emilia-Romagna è scontro aperto tra la Regione e le strutture ospedaliere private accreditate. Durante una riunione in viale Aldo Moro in cui erano presenti l’assessore alla Sanità Massimo Fabi e i vertici dell’Aiop, l’associazione degli ospedali privati, la Regione ha annunciato due provvedimenti che hanno scatenato forti tensioni. Il primo riguarda un tetto alla mobilità sanitaria interregionale, cioè il limite al numero di pazienti provenienti da altre regioni: una scelta che, secondo Aiop, causerebbe perdite per almeno 45 milioni l’anno solo per il privato. Il secondo è ancora più critico: la revoca di una delibera del 2024 che garantiva indennizzi agli ospedali privati per il personale messo a disposizione durante l’emergenza Covid e per il calo di attività subìto in quel periodo. Una marcia indietro che significherebbe, di fatto, dover restituire circa 80 milioni di euro.
Aiop reagisce duramente: parla di decisioni gravissime, minaccia ricorsi e denuncia il rischio concreto di crisi per oltre quaranta strutture in regione, con conseguenze sull’intero sistema sanitario e sull’indotto economico e occupazionale. “Così viene meno il rapporto di fiducia tra pubblico e privato”, afferma il presidente Cesare Salvi.
Ma il fronte sindacale, in particolare CGIL, ribatte con forza. In un comunicato del 23 luglio, accusano Aiop di voler solo ricevere fondi pubblici senza riconoscere i diritti dei propri lavoratori. Ricordano che il contratto nazionale è scaduto da sette anni e denunciano il totale rifiuto della parte dell’associazione di aprire un tavolo per il rinnovo. “La sanità privata dice di costare meno? È facile, se si sottopaga il personale”, scrivono il sindacato, che chiede un equilibrio più equo tra diritti e doveri.
Il clima è teso e la soluzione ancora lontana. Intanto, sullo sfondo, resta una sanità pubblica già in difficoltà e il timore che questo scontro possa tradursi in un peggioramento concreto per cittadini e lavoratori. L’assessore Fabi spiega che i tagli nazionali impediscono di tenere fede a tutti gli impegni.
E se il sindaco di Bologna Matteo Lepore dà man forte al governatore sullo scontro sulla sanità, spiegando che è ha fatto una importante presa di posizione sulla difesa della sanità pubblica, aggiungendo che questo non significa che non si debba collaborare con il privato, Confindustria Emilia Romagna chiede invece alla Regione di rivedere la decisione e di riaprire il dialogo: “Le criticità di carattere economico non possono tradursi in scelte politiche che penalizzano la sanità privata”, dice l’associazione degli industriali, invitando a rivedere il modello del sistema sanitario regionale per garantire la sostenibilità, magari proprio partendo da “modelli di collaborazione in cui pubblico e privato accreditato intervengono in modo integrato”, conclude.