Contestata la ministra Bernini che, rivolta a Bolognesi, dice: “Non condivido tutto quello che verrà detto in piazza”
BOLOGNA – La ministra ha assicurato a Bolognesi, presidente dell’Associazione famigliari vittime della strage, che si interesserà per capire come rendere pubbliche le sentenze: “Anche se non la penso sempre come lei, non dobbiamo avere paura della verità”. La ministra ha preso la parola dopo il sindaco Matteo Lepore, il governatore Michele de Pascale, e lo stesso Paolo Bolognesi. E ha detto: “Non condivido tutto quello che sarà detto in piazza”.
E’ importante per noi che oggi si manifesti con ampia partecipazione da ogni parte d’Italia perchè quello che è successo il 2 agosto 1980 riguarda tutto il nostro Paese e non solo la nostra città. Le ultime sentenze della Corte di Cassazione lo confermano e abbiamo raggiunto una verità importante ma soprattutto la verità giudiziaria, quindi d’ora in poi nessuno potrà raccontare in modo diverso alla stazione di Bologna e anche nei mesi e anni precedenti, sappiamo chi sono i mandanti, gil esecutori e i depistatori”. Lo dichiara il sindaco di Bologna aprendo in Comune la cerimonia per il 45esimo anniversario della strage.
Paolo Bolognesi, nel suo ultimo intervento a Palazzo D’Accursio come presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto, torna sulla direttiva del direttore degli Archivi di Stato che renderebbe difficile la consultazione delle sentenze sulla bomba alla stazione e non solo. “Non è un intralcio a nostro parere burocratico, ma è un intralcio per non farci fare passi avanti”, contesta Bolognesi. “Visto che i passi avanti si possono ancora fare, ecco, sembra quasi che ci vogliono impedire di andare oltre quello che stiamo andando. Per certa gente siamo andati troppo avanti”, afferma. Queste “sono direttive contrarie alla legge perché le sentenze sono documenti pubblici e come pubblici devono essere trattati, non hanno nessun segreto da dover mantenere”, ricorda Bolognesi. “Il fatto che uno vada a chiedere una sentenza di questo tipo e perda dei mesi per poter solo avere risposte sul perché non si le danno, credo che sia un fatto che va nella direzione di nascondere”, conclude.