Rossoblù padroni per oltre un’ora, l’espulsione di Holm dopo il 3-0 annullato a Dallinga, due rigori concessi alla Fiorentina e soprattutto quello clamoroso non assegnato a Bernardeschi cambiano tutto
Il calcio è strano, se poi gli si dà una mano a esserlo ancora di più, finisce per diventare incomprensiile, al di là della sua imprevedibilità. Succede così che il Bologna, dominatore per 65′ a Firenze, veda il traguardo prima di entrare in un incubo fatto di errori propri, decisioni arbitrali sbagliate, Var che tace senza logica, rimonta impensabile e perfino il sospiro di sollievo per non aver incassato la beffa finale del 3-2, capitata sul piede di Dodò. La sliding doors del 65′, quando Dallinga, da poco in campo, sublima la netta superiorità con il gol del 3-0 annullato per fuorigioco di Orsolini dopo lungo check televisivo, stravolge tutto in pochi istanti. Holm si fa espellere ingenuamente, la Fiorentina pareggia con due calci di rigore, ma la pietra dello scandalo è il fallo di Sabiri su Bernardeschi: rigore solare, che dopo l’1-2 firmato da Gudmunsson, chiuderebbe di nuovo i giochi e non avrebbe nemmeno bisogno del Var per essere assegnato. Invece l’arbitro La Penna fa finta di nulla nel silenzio del Var che non corregge l’errore. Il destino, così agevolato, non può sbagliare. Ed è proprio Bernardeschi a fermare a con le mano la girata di Kean. La viola cambia rigorista, proprio l’attaccante firma un 2-2 al veleno, che fa spuntare ai microfoni il quasi sempre defilato amministratore dellllgato Claudio Fenucci, che tuona. “Voglio aiutare il sistema, perchè il Var a volte interviene e altre no?” si chiede il dirigente rossoblù. Che protesta non solo per quello che definisce episodio chiaro, nel caso di Bernardeschi, ma anche per un fallo di mano non sanzionato a Dodò nel primo tempo, e per un precedente tocco sempre con la mano di Kean, prima di quello di Ferguson sul cross di Dodò nell’azione del primo rigore. Prima, ci sarebbe da parlare della volèe perfetta di Castro e dell’inserimento letale di Cambiaghi, di un Bologna, con mister Italiano a guidare ancora da remoto, padrone con Holm e Miranda a raddoppiare gli sforzi di Orsolini e dello stesso Cambiaghi, della rabbia di Rowe, poco più di 20′ in campo, prima di essere sostituito con la squadra in dieci. Del baratro di Pioli, probabilmente a un passo dall’esonero. Tutto spazzato via da una gestione arbitrale che ha spostato gli equilibri.