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Qualità della vita, Bologna sale sul podio


Terzo posto in classifica, uno in più dell’anno scorso, nell’indagine realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications con la Sapienza. Bene Istruzione e formazione e Ambiente. In flessione Sicurezza sociale e Affari e lavoro, ma cresce il turismo

BOLOGNA – Un passo in avanti che significa un posto sul podio: Bologna è terza nell’Indagine annuale sulla qualità della vita 2025 nelle province italiane, realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, e giunta alla 27esima edizione. Meglio hanno fatto solo Milano, che conferma il primo posto e Bolzano seconda. Per il capoluogo emiliano-romagnolo di tratta di un risultato in crescita rispetto alla quarta posizione raggiunta lo scorso anno. Lo studio si articola in 9 dimensioni d’analisi, che hanno permesso di indagare i molteplici aspetti relativi alla qualità della vita a livello locale. E in particolare Bologna è di nuovo al top in Italia per quanto riguarda l’istruzione e la formazione, migliora considerevolmente dal punto di vista dell’ambiente, passando al nono al secondo posto su scala nazionale, e soprattutto per quanto riguarda il sistema salute: nel 2024 era 41esima, ora è nona. Passo indietro importante invece sulla Sicurezza sociale, con un 71esimo posto risposto al 56esimo di un anno fa, da associare alla conferma della posizione numero 103 per Reati e sicurezza. Dal punto di vista economico, sotto le Due Torri si perdono alcune posizioni nella percezione di benessere: si mantiene il contatto con la testa della classifica di Reddito e ricchezza, quinto posto seppur in flessione rispetto al secondo della scorsa edizione. Ben 9 posti in meno invece per Affari e lavoro, con Bologna 11esima. Ma cresce il turismo: la città era 30esima nel 2024 e adesso è 24esima. In generale “l’edizione di quest’anno dell’Indagine sulla qualità della vita conferma tre tendenze – spiega il docente di Statistica economica e Analisi delle serie storiche alla Sapienza Alessandro Polli – la crescente frattura tra il centro-nord, più resiliente, e il Mezzogiorno, sempre più vulnerabile; la presenza di ampie aree di disagio sociale nel sud, difficili da affrontare nell’attuale quadro di finanza pubblica; e il consolidamento del primato delle province e città metropolitane del centro-nord, che anche nella fase economica e geopolitica attuale mostrano la maggiore capacità di resistenza”.

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