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Non dimenticare chi è morto nelle cavità carsiche, chi è stato cacciato dalle proprie case, chi ha trovato ostilità anche nella propria patria

BOLOGNA – Un silenzio carico di emozione accompagna la deposizione della corona di fiori per richiamare alla memoria un massacro dimenticato per decenni, una ferita ancora aperta nella storia d’Italia. Mentre risuonano le ultime note dell’inno di Mameli, davanti alla lapide che ricorda le migliaia di italiani uccisi nelle foibe e le centinaia di migliaia costrette a lasciare la propria terra, Bologna ha ribadito un impegno: non dimenticare. Non dimenticare chi è morto nelle cavità carsiche, chi è stato cacciato dalle proprie case, chi ha trovato ostilità anche nella propria patria come nel treno della vergogna, carico di anziani, famiglie e bambini, rifiutati dai propri concittadini. Una storia che per troppi anni è stata taciuta, ma che oggi è memoria condivisa.
“La memoria del giorno del ricordo unisca tutta la comunità nazionale. Le responsabilità del fascismo italiano precedono storicamente quella tragedia ma non possono in alcun modo giustificare quella violenza e quegli eccidi”. Con queste parole anche il deputato del Pd Andrea De Maria ha voluto far sentire la volontà da parte delle istituzioni di essere lì, accanto a chi non dimentica.

di Lorenzo Trisolini

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