La vittoria per 1-0 a Bergamo con un gol di Castro a 10 minuti dalla fine. I rossoblù raggiungono un traguardo che mancava da 26 anni. E scoppia la festa
BOLOGNA – Santi che pagano ce n’è uno. A 10′ dalla fine Santiago Castro vola in cielo per riscrivere di nuovo la storia. Atalanta ko, semifinale in Coppa Italia 26 anni dopo l’ultima volta, da Carletto Mazzone a Vincenzo Italiano, che stritola la Dea favorita con il suo calcio intenso e coraggioso. All’occorrenza anche pratico. Non si ferma il Bologna, sogna a occhi aperti, magari di giocarsi fino in fondo anche il titolo, l’ultimo dei due in bacheca nel ’74. Aspettando a fine mese di conoscere la rivale con cui ad aprile si contenderà la finale, una tra la Juventus di Thiago Motta, e già tutti pensano al destino di giocarsi la gloria con l’avversaria più invisa e l’ex tanto non più amato, oppure l’Empoli a caccia di altre sorprese. Volevano giocarsela senza timori e così hanno fatto i rossoblù, al cospetto di una favorita acciaccata si, con sei assenze pesanti ma anche il suo status di big europea. Un primo tempo pareggiato ai punti, momenti di sofferenza e di pressione restituita al mittente. Un paio di occasioni per parte, quella di Pobega intorno alla fine del tempo la più importante da questa parte. Poi nella ripresa la gara si è aperta. Fabbian e Moro hanno avuto palle gol colossali, Skorupski ci ha messo un paio di miracoli su Maldini e Bellanova. Potevano sbloccarla e vincerla entrambe, ma in campo, per manovra e interpretazione, il Bologna l’ha condotta di più e meglio. Martellando sulle fasce, con la conferma che Italiano ha creato un meccanismo perfetto. Quando si fa male Odgaard, il suo infortunio muscolare è l’unica nota stonata della serata, Dominguez, in panchina per far posto a Fabbian e avere maggiore tenuta fisica nel trio di trequartisti, entra e cambia la vita sulla fascia sinistra. E che la decida Castro, a cui inizialmente era stato di nuovo preferito Dallinga, è il segnale di un gruppo totalmente sintonizzato. La palla di Lykogiannis, ancora un assist perfetto del greco, è una punizione da trequarti telecomandata sulla testa di Castro. Santi vola, semifinale una vita dopo.