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Sbagliato, per il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla, cedere al ricatto di Trump. Ma ora bisogna agire a tutela dell’export italiano

BOLOGNA – Dopo mesi di trattative, è stato finalmente raggiunto l’accordo tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi. L’incontro tra Ursula von der Leyen e Donald Trump ha portato i suoi frutti: le tariffe applicate sui prodotti europei esportati negli USA saranno principalmente del 15%. Non per tutti i settori, però: i dazi già imposti su alluminio e acciaio rimarranno invariati al 50%. Restano inoltre da definire le misure per farmaceutica e semiconduttori: Trump ha dichiarato che saranno previsti dazi specifici, mentre la presidente della Commissione europea si aspetta l’applicazione del 15% anche per questi settori.

Un sospiro di sollievo arriva invece per il settore auto, che vede scendere i dazi dal 25% al 15% previsto dall’accordo. Le opinioni sul nuovo patto restano contrastanti: se la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo considera una trattativa positiva – pur con diversi dettagli ancora da chiarire – il premier ungherese Viktor Orbán ha commentato duramente, affermando che “Trump si è mangiato la presidente della Commissione europea per colazione”.

Intanto, l’Emilia-Romagna è chiamata a reagire: il vicepresidente della Regione con delega allo sviluppo economico, Vincenzo Colla, non si dice felice delle tariffe, che si aspettava non avrebbero superato il 10%, e il quale conferma il suo pensiero in merito ai dazi, ovvero che sono un problema sia per chi lo riceve che per chi li impone. Dicendosi inoltre preoccupato per la messa a in discussione della democrazia liberale. L’Emilia Romagna però non si fa spaventare, sarà sicuramente necessario concentrare l’attenzione sul mercato interno europeo, senza però rinunciare a lavorare con gli Stati Uniti, che rappresentano il primo mercato della nostra regione.

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