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Gatti maltrattati in una casa dell’orrore, salvati grazie all’Oasi felina di Pianoro. VIDEO

Grazie ad una denuncia dell’Oasi felina di Pianoro 70 gatti maltrattati sono stati salvati. Ad intervenire i carabinieri e l’Ausl. “Per accoglierli tutti serve un piano straordinario di emergenza” dicono i volontari


BOLOGNA – Gatti maltrattati a suon di calci, gatte gravide colpite alla pancia per far morire i cuccioli, uccisioni raccapriccianti, minacce a chi prova ad intervenire per salvare gli animali. E’ il racconto dell’orrore contenuto in una denuncia sottoscritta dal presidente dell’Oasi Felina di Pianoro, Antonio Decerno, e presentata a Carabinieri, corpo Forestale, Asl ed Enpa, che descrive ciò che è successo ad una comunità di circa 70 gatti che vivevano privi di controlli sanitari in uno spazio aperto tra due case, una delle quali abitata da una persona che – si legge nella denuncia – avrebbe “chiari problemi mentali”, tanto da aver minacciato di usare il fucile, e da una seconda persona protagonista del pesante maltrattamento che vedete in questo video. Più volte due volontarie dell’Oasi felina di Pianoro sono intervenute in quel luogo, segnalando le violenze a cui gli animali venivano sottoposti, senza però ottenere risposte. Intanto dieci gatte gravide sono riuscite a salvarsi e ad essere trasferite all’Oasi. Una di queste ha partorito appena arrivata, ma dei suoi 5 cuccioli 4 sono nati morti. L’unico sopravvissuto, che i volontari avevano chiamato Pollicino, è deceduto dopo due giorni. Nelle ore precedenti al parto – spiegano i volontari dell’Oasi di Pianoro – la mamma era stata tenuta al freddo e Pollicino era congelato. Grazie alla dettagliata denunciata, in queste ore sono intervenuti carabinieri e Ausl, e tutti i gatti saranno messi in salvo. “Per accoglierli tutti avremo bisogno di un piano straordinario di emergenza ma non potevamo fare altro e non volevamo attendere un minuto di più – si legge sule pagine social dell’Oasi felina -. Ringraziamo tutte le persone che ci hanno dato il proprio sostegno e le forze dell’ordine che hanno risposto alla nostra denuncia”







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