L’Aquila dopo due sconfitte consecutive torna a muovere la classifica. In una gara a basso punteggio e tanti errori, spiccano le prove di Fantinelli e Guaiana
BOLOGNA – Contava vincere e la Fortitudo lo ha fatto, tirando una riga decisa sulle due sconfitte consecutive contro Pesaro e Cremona, e battendo Verona al Paladozza, 55-47. Punteggio d’altri tempi, basse percentuali e gioco che proprio spumeggiante non è stato, da entrambe le parti: dettagli, che quando si vince, come è stato nel caso dell’Aquila, contano il giusto.
Più importante oggi soffermarsi infatti sui due punti, balsamici per la situazione in cui si trovano i biancoblù, in piena emergenza e con le rotazioni contate, senza Benvenuti, Mazzola, Imbrò e con Anumba fuori servizio, giocando in sette, con due centri di ruolo e sostenuti sotto canestro dal generosissimo Guaiana, utile e duttile giocatore operaio, nel senso più nobile del termine.
Brava quindi la squadra di Caja, di più di una Verona che, pur senza l’ammaccato Johnson, si è presentata con i favori del pronostico, dopo aver costruito in estate una squadra per salire, e senza nemmeno nascondersi troppo. L’impatto con il Madison, e un palazzo che nonostante il momento buio delle settimane precedenti spinge i biancoblù, però, la Scaligera lo paga tutto, tramortita dagli errori, suoi, e dalla difesa di una Fortitudo, che sbaglia altrettanto in attacco, ma che si scopre alquanto solida dietro, portandosi sul +12 prima e poi chiudendo i primi 10 minuti sul 17-8.
Nel secondo quarto il copione è simile, si continua a sbagliare, e tanto, e si continuano a perdere palloni, tanti (saranno 16 per Bologna alla fine, contro i 15 dei veneti), e all’intervallo il punteggio è eloquente: 29-21 per la F. Il riposo lungo riaccende Verona e in modo particolare McGee, top scorer per distacco della gara, ed ecco la parità, a quota 33, prima del sorpasso, che Verona conquista più per inerzia che per altro, visto che la Fortitudo non segna quasi mai.
Il “gol” di Sarto vale il nuovo vantaggio, al tramonto della terza frazione, sintomo che Bologna c’è ancora, nonostante la rimonta subita, mentre Verona riprende a mancare in sequenza il bersaglio – sarà 7/38 dall’arco nel complesso per la squadra di Cavina e appena il 43% da dentro l’area -, mentre Fantinelli, il migliore dei suoi assieme a Guaiana, e compagni si riassestano dietro, lasciando a soli 8 punti segnati negli ultimi 10 minuti gli avversari, ritrovando la doppia cifra di vantaggio, sufficiente per gestire un finale magari non da perdere la testa, ma senza patemi, ed è già un passo avanti rispetto alle scorse partite.
L’Aquila torna a vincere, per convincere, invece, l’occasione ci sarà subito martedì, sempre al Paladozza, nel turno infrasettimanale contro Torino.