Nella serata anche la commozione per l’ultimo saluto a Sugar Richardson, e dell’abbraccio all’ex Isaia Cordinier
BOLOGNA – Il minuto di silenzio per Michael Ray Sugar Richardson, leggenda bianconera volata via poche ore prima che nel suo storico palcoscenico italiano del PalaDozza andasse in scena la sfida contro l’Efes, è stato un brivido intenso. Nell’aria solo il rumore delle bandiere bianconere a ricordare la leggenda che vinse meno di altre leggende, ma forse ha lasciato il segno più profondo per il modo di interpretare il basket e la sua storia italiana, dopo aver dominato in Nba. Prima, Bologna e la Virtus avevano riabbracciato Isaia Cordinier, per la prima volta da avversario, nemico mai, tradito dall’emozione quando il presidente Massimo Zanetti lo ha omaggiato in mezzo al campo, dove poi ha balbettato lontano dal suo baket migliore. 2/10 al tiro per uno dei protagonisti principali dell’ultimo scudetto, un po’ emblema del suo Efes, appeso vanamente all’estro di Larkin, 25 punti e 5 assist. La Virtus in casa è un’altra cosa. Conduce il ritmo per tutta la gara e poi a metà dell’ultimo quarto piazza la volata vincente, dopo un paio di accelerazioni che avevano già messo in bilico il match e sfiancato l’avversaria. Edwards recita da primattore, 21 punti e 4 assist, l’uomo che spacca i match. Anche se la cnduzione del ballo è nelle mani di Vildoza, 11 punti e 7 assist, e di Smailagic, 17 punti. Determinanti anche le fiammate di Morgan, la presenza sotto canesro di Diouf e quella fisica a tutto campo di Jallow, 7 assist e soliti sacrificida Pajola. Insomma una vittoria di squadra, che come dice coach Ivanovic stavolta viene dall’attacco e non dalla difesa. Servirà anche quella venerdì sera contro il Barcellona di Shengelia e Clyburn, impegnato prima nella trasferta a Monaco di Baviera