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Medicina senza test di ingresso, Unibo pensa a corsi anche da remoto. VIDEO

L’ateneo stima almeno 2mila iscritti al primo anno per il 2025-2026, per sopperire alla mancanza di spazi non esclude l’online

BOLOGNA – Addio al test di ingresso a medicina, come da riforma, ma è il modo giusto per combattere la mancanza di professionisti? 

L’assenza di una scrematura iniziale comporta, infatti, un numero particolarmente elevato di studenti che si affacciano al primo semestre. Una selezione che verrà poi effettuata con un esame legato a discipline come biologia, chimica e fisica allontanandosi così dalle domande di logica e cultura generale di un test che è sempre stato molto discusso proprio per i contenuti che poco c’entravano con le materie di studio. 

Test che perlomeno sanciva però un limite di ingressi.  

Di fronte alla mancanza di spazi in cui tenere le lezioni e alla faticosa ricerca di un alloggio, l’ateneo bolognese sta riflettendo sulla possibilità di far seguire le lezioni da remoto e in piccola quota in presenza su prenotazione. 

Di qui lo spopolamento dei corsi di laurea affini nel primo semestre senza alcuna chiarezza sui numeri dei possibili iscritti. 

La riforma in poche parole – a detta del Direttore del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche di Unibo , Gianandrea Pasquinelli – non affronta i problemi di base della sanità italiana. A mancare non sono i medici bensì alcune figure specializzate senza giusti riconoscimenti economici e orari di lavoro improponibili, altra questione i corsi infermieristici che vivranno ora uno spopolamento non risolvendo affatto l’abbandono della professione. I campi su cui intervenire, insomma, sarebbero altri.

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