La sperimentazione è stata condivisa con un team di epidemiologia dell’Alma Mater e ha dato risultati importanti di riduzione del danno
BOLOGNA – Ha ormai assunto dimensioni nazionali la polemica sollevata dal centrodestra contro la distribuzione di pipe per il crack da parte del Comune. Ma l’assessora Madrid risponde alle accuse di istigazione al consumo di droga spiegando che la misura rientra in un progetto di riduzione del danno e punta a intercettare e seguire i consumatori.
Il centrodestra è insorto con le opposizioni a Palazzo d’Accursio e anche a livello nazionale con il senatore bolognese di Fratelli d’Italia Marco Lisei che presenterà una interrogazione parlamentare. Ma la Giunta comunale spiega le ragioni che stanno dietro alla decisione di distribuire gratuitamente pipe per il crack ai consumatori della sostanza
Come negli anni 90 Bologna ha fatto apripista nella distribuzione di siringhe a fronte di un massiccio uso di eroina – spiega l’assessora – anche ora quindi l’obiettivo è agganciare più persone possibile
La sperimentazione, condivisa con un team di epidemiologia dell’Alma Mater, è partita a inizio 2024, diretta a circa 40 persone. Tra le 200 e le 300 sono quelle seguite dai servizi di bassa soglia del Comune. A giugno 2025 invece la presa in carico da parte dell’Ausl ha toccato quota 500: un numero alto che riflette però una volontà sempre più ampia di intraprendere un percorso di fuoriuscita dalla dipendenza, sottolinea Madrid. Che ricorda anche come, nello scorso luglio, i dati del progetto sono stati presentati proprio in udienza conoscitiva.
Dalla destra una polemica strumentale per un progetto che ha dimostrato di essere utile per la riduzione del danno: “Per combattere la droga servono iniziative utili non parole al vento”, ha detto il deputato Pd Andrea De Maria.