Il dna della ragazza non era sull’arma che secondo la versione dell’imputato avrebbe sparato per errore durante una colluttazione
BOLOGNA – Continua a Bologna il processo per un altro omicidio, quello di Sofia Stefani, la 33enne morta per un colpo di pistola sparato nella sede della polizia locale di Anzola un anno fa. Sul banco degli imputati l’ex comandante, il 63enne Giampiero Gualandi, che con la vittima aveva una relazione extraconiugale e che ha sempre parlato di un incidente durante una lotta con la giovane.
Oggi ha testimoniato la professoressa Valentina Bugelli, medico legale, che ha escluso una colluttazione tra i due in base ai risultati dell’autopsia che ha eseguito. Per il medico legale “l’ipotesi omicidiaria è l’unica possibile: sulle mani della Stefani – ha spiegato – limitate escoriazioni, nessuna ustione (che invece ci sarebbe stata se al momento dello sparo avesse avuto una mano accanto alla pistola) e non c’era il suo dna sull’arma”.