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Riforma medici di base, parla l’assessore Fabi

Intanto i sindacati dei camici bianchi sono sul piede di guerra

BOLOGNA – Ci sarebbe un freno alla libera professione per i medici di base nel testo di una riforma del Governo. Un’ipotesi ventilata che fa già scattare rivolte da parte di medici di famiglia e di pediatri di libera scelta che in questo modo diventerebbero dipendenti del sistema sanitario nazionale. Ad elaborare la bozza del testo di riforma il Ministero della Salute che godrebbe al momento dell’appoggio di alcune Regioni ma dell’opposizione da parte dei sindacati di categoria.
Tra gli obiettivi della riforma del Ministro Orazio Schillaci ci sarebbe quello di garantire che medici e pediatri di base rispondano alle indicazioni delle Aziende sanitarie locali, ma anche uno spostamento delle loro attività nelle case di comunità e, infine, un’assistenza costante con un aumento del servizio minimo garantito dalle 15 alle 38 ore settimanali. Una rivoluzione contrattuale, dunque, che non trova però riscontro nella linea che la Regione Emilia-Romagna desidera intraprendere con la creazione di un sistema integrato tra ospedali e territorio. Intervista all’assessore regionale Fabi.

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