Sconfitta pesante per i bianconeri (77-91), in partita solo nel primo quarto. Fallito il secondo obiettivo stagionale, una prova preoccupante
Stavolta alla Virtus manca anche anima e voglia di provare a giocarsela fino in fondo. Sembra molto più forte stasera Milano, che al di là di uno scarto aggiustato dai bianconeri nel finale, domina in lungo e in largo il secondo quarto di finale. Sarà Brescia-Milano, l’obiettivo del presidente Massimo Zanetti, assente a Torino, sfuma subito. Una grande delusione. Primo quarto in equilibrio, la Virtus parte meglio con Cordinier, ma non riesce ad accendere Shengelia sotto canestro e Holiday dall’arco. Solo vivendo su un altro pianeta s poteva credere che ilo suo innesto potesse cambiare le cose con una partita e mezza prma della coppa. In queste serate serve vissuto, meccanismi, certezze. Milano li ha e risponde subito con Bolmaro, un buon avvio di Mirotic e quattro triple subito per provarci al primo vantaggio (12-18). Ma è solo un canestro dell’argentino a spostare l’equilibrio dopo i primi 10′. Dimitrjevic, triple e pochissima intensità bianconera in difesa. E’ così che Milano fugge al secondo tentativo, spaccando presto la partita. Più 14 Olimpia al 18esimo, quasi il 50% da tre e il 4/4 di Shields, che si scatena sul finire del parziale contro i quintetti mignon di Ivanovic. Anche se il conto più salato è un -16 poco prima dell’intervallo. All’inizio del terzo quarto la Segafredo si scuote con Shengelia, 7-0 di parziale e si torna fino a -9. Un’illusione che l’Armani, pur senza dover strafare, cancella presto col solito Shields e la prima vera fiammata di Leday, sollecitato dal duello con Toko. Al 27′ è tutto da risalire (47-66), anche più di prima. Sprofondata a -21, la Virtus si affida a Diouf e Akele, che combinano le cose migliori, soprattutto il lungo che era stato convincente al suo debutto in partita e poi chissà perchè mai più riproposto. La Virtus torna a casa, con troppi giorni per pensarci su. Bisognerà guardarsi negli occhi e trovare il modo di essere davvero competitivi.