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Virtus senz’anima, Ivanovic: “Come i perdenti”

Bianconeri sconfitti ben oltre il 77-67 finale dal Maccabi. Il coach attacca la squadra: “Certi giocatori non ritengono importanti le partite, questo è inaccettabile”

Non è l’ottava sconfitta consecutiva in Eurolega, contro un Maccabi a cui basta giocare minuti di allenamento qualificato per prendere il largo. Quanto l’incapacità di mostrare un segnale di reazione al ko di Napoli e la possibilità di stare con la testa e con il cuore, prima che con il resto, dentro certe serate. Al punto che il titolo lo dà dopo la fine Dusko Ivanovic: “Nel terzo quarto i giocatori si sono comportati come perdenti” l’affondo del coach. “Non mi piace la mentalità di alcuni, per me ogni secondo è importante, per certi invece le partite non sono importanti, e questo non è accettabile” ha lasciato scritto alla storia, aprendo l’ultima crepa che forse c’era da aprire. A parte l’unica buona notizia di serata, il rientro di Clyburn, che gioca addirittura 27′ e lo fa mettendoci 8 rimbalzi, 5 recuperi e 3 assist insieme a 13 punti figli però di percentuali brutte quanto comprensibili dopo i due mesi e mezzo di stop, da salvare non resta nulla, se non l’applicazione di Pajola, Belinelli e Polonara. Due volte a +8, l’ultima al 12esimo, la Segafredo per il resto è un lungo pianto, che nei successivi 22′ costa uno scarto di 30 punti e il -22, mentre di là Clark e Jokubaitis, il migliore con 19 punti a referto, non fanno fatica a tenere in mano la gara. Bocciato forse definitivamente Holiday, suo malgrado e oltre i suoi demeriti simbolo del disastro dell’attuale gestione generale, pochi spiccioli concessi a Tucker e Akele, fuori Diouf per curare il ginocchio, la Virtus è senza difesa e senza attacco, dove tira ancora col 18% da tre. E tra poche ore sarà di scena a Trieste, per ovvie ragioni diventata una gara fondamentale. Con quale spirito e con quale uomini verrà affrontata adesso è un grande punto di domanda. Chiaro che su tutte le vicende sportive si riverberino gli errori di gestione e di mercato e più di tutto gli interrogativi sul futuro del club, con la margherita societaria che andrà sfogliata ancora per qualche giorno, prima di capire cosa accadrà tra Massimo Zanetti e Carlo Gherardi. Tra scenari che oggi sembrano più l’elenco dei sogni, una sensazione acuita dal momento in campo. Dove in fondo basterebbe poco, per esempio tornare a vincere, per spazzare via almeno qualche nuvola. E’ il destino di questa stagione, vivere in attesa di nuovi segnali e di una primavera che si spera possa ancora scaldare i cuori.

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