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Il decreto è rimasto inattuato, i soldi non arrivano, Aruba e Infocert hanno ora deciso di trasformare il servizio a pagamento. E se lo fa anche Poste…

BOLOGNA – Rischia di diventare a pagamento a partire da luglio lo Spid. La motivazione: i finanziamenti pubblici ancora bloccati dal valore di 40 milioni di euro previsti da un decreto dello scorso marzo 2025 e destinati agli operatori che forniscono il sistema di identità digitale per i servizi online. Un’identità grazie alla quale i cittadini possono accedere a numerosi servizi della pubblica amministrazione e che si trova al centro di un vero e proprio balletto, o meglio di una commedia, a detta di Federconsumatori Emilia-Romagna. 

Scadute nel 2022 le convenzioni tra gestori e Governo, poi prorogate fino ad aprile 2023; di fronte alla richiesta da parte dei gestori di 50 milioni di euro, a marzo era stato annunciato il riconoscimento di 40 milioni. Un decreto rimasto, però, inattuato per cui Aruba e Infocert hanno ora deciso di trasformare il servizio a pagamento. 

39 milioni il numero di Spid rilasciati ma nonostante questo il nostro Paese continua a registrare i livelli più bassi in Europa per l’utilizzo dei servizi digitali della pubblica amministrazione, senza contare il grande divario digitale che persiste, soprattutto ai danni dei più anziani. 

E rendere il servizio a pagamento non faciliterà di certo l’approccio alla digitalizzazione. 

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