Beccati dalla polizia tre uomini e due donne che avevano tentato colpi distinti, sempre con la tecnica del finto incidente
BOLOGNA – Due truffe in poche ore. La Polizia Stradale di Bologna li ha fermati in A1, vicino al casello di Casalecchio. Sono un 21enne e un 23enne, entrambi nati in provincia di Napoli, che viaggiavano a bordo della stessa auto e che hanno subito mostrato un atteggiamento nervoso e insofferente al controllo. Gli agenti li quindi hanno accompagnati in caserma per ulteriori accertamenti. Nel corso della perquisizione, sono stati ritrovati all’interno di un borsello e nelle tasche di un giubbotto 3500 euro in contanti, ma i due non hanno fornito indicazioni sulla provenienza. Successive ricerche hanno consentito di risalire ad un’anziana signora residente nella provincia di Pordenone, che aveva denunciato la truffa del cosidetto “finto incidente” subito da un parente. Ha detto di aver consegnato ai giovani il denaro, ma di essersi resa conto poco dopo di essere stata raggirata, appena prima di segnalare il fatto alle Forze di Polizia. I due sono stati perciò denunciati per ricettazione, mentre la somma – sequestrata – verrà restituita alla legittima proprietaria. Un episodio questo, di cui la Questura rende conto appena poche ore dopo la notizia dell’arresto, a Imola, di un uomo originario di Manfredonia e residente a Ferrara e di due donne campane per tentata truffa pluriaggravata in concorso. Già conosciuti per reati di questo tipo ai danni di anziani, sono arrivati insieme in via Villa Clelia sabato scorso con un ‘auto presa a noleggio. Quando sono scesi dalla vettura, entrati in un condominio e usciti dopo poco, i poliziotti hanno deciso di fermarli e di portarli in commissariato. Sono state così ricostruite tre tentate rapine, questa volta con la scusa del finto finanziere: presi di mira nell’ultimo caso un 82enne e precedentemente una coppia di pensionati in via del Condotto e un’altra donna a Sesto Imolese. In una circostanza i tre hanno detto che era stata fatta una rapina in gioielleria con un’auto intestata alla vittima, chiedendo di mostrare gli oggetti preziosi che aveva in casa. In un’altra che la figlia aveva investito una bambina che si trovava in fin di vita e che servivano quindi soldi per l’intervento. I raggiri sono stati sventati: per l’uomo disposti gli arresti domiciliari a Ravenna e per le due donne il divieto di ritorno nella città metropolitana di Bologna.