Un pubblico caloroso e partecipe, quello del Duse, che si chiede “quanto si conoscano davvero le persone che si amano”
BOLOGNA – Un gruppo di amici che si ritrova intorno a un tavolo, le solite chiacchiere, i bicchieri di vino. Qualcuno propone di mettere i cellulari sul tavolo e rivelare a tutti i messaggi e le chiamate ricevute nel corso della serata. Da lí in poi, se ne vedranno delle belle, come nel film omonimo di Paolo Genovese, adesso proposto in teatro dallo stesso regista che firma la sua prima commedia dietro il sipario rosso.
Un pubblico caloroso e partecipe, quello del Duse, che si chiede “quanto si conoscano davvero le persone che si amano”. Rocco, il padrone di casa, interpretato da Paolo Calabresi, non vuole ammettere di avere iniziato un percorso di psicoterapia per cercare di salvare il rapporto con la moglie.
Si scoprono tradimenti, figli che hanno bisogno di consigli, piccole invidie. Le discussioni e le richieste di perdono. Così, la leggerezza e la commedia diventano un mezzo per trasmettere messaggi profondi e importanti, spesso dati per scontati, ritrovando nella risata e nell’ironia un’occasione per riflettere sull’amore, sull’amicizia e sulla pienezza della vita. Liberandosi finalmente dai propri scheletri nell’armadio, ritrovando la sincerità e i rapporti umani, anche a costo di perderli. Stasera si replica.