LISBONA – Il Bologna esce dallo stadio da Luz tra gli applausi ma, di fatto, anche dalla Champions. Lo 0-0 col Benfica, arrivato al termine di una partita condotta alla pari, ma per lunghi tratti persino dominata in termini di gioco e possesso palla, non cambia le sorti della classifica, mossa appena di un punto mentre la soglia minima di qualificazione si alza a 8, con due partite ancora da giocare. A leggere la formazione iniziale, sorge il sospetto che Italiano si sia lasciato sedurre dal turnover: fuori Lucumì, Freuler e Castro, dentro Casale in difesa, Ferguson nell’inedita posizione di mediano basso e Iling Junior-Urbanski sistemati come esterni avanzati a supporto di Dallinga. L’avvio, nella bolgia del Da Luz, è quasi scioccante: non sono passati nemmeno cento secondi quando Beukema in disimpegno serve un assist involontario a Di Maria, palla immediata per Pavlidis, pallonetto basso su Skorupski e gol del Benfica. È una sentenza spietata, ma il Var non la sottoscrive: l’attaccante greco, corteggiato tutta estate da Sartori, era scattato in fuorigioco. Il pericolo scampato scuote il Bologna, che da quel momento comincia a dettare i tempi del gioco e per lunghi tratti nasconde addirittura il pallone ai portoghesi. Alla mezz’ora di gioco, il Bologna ha ridotto il possesso palla del Benfica a uno striminzito 35%, un dominio riscontrabile anche nell’insofferenza del pubblico locale. Egemonia di gioco e di manovra, ma non di occasioni. A Dallinga tocca l’unica palla interessante del primo tempo sull’esito di un rimpallo al limite dell’area: l’olandese avrebbe l’occasione di tirare, ma cerca un dribbling e l’azione sfuma. Di fatto, sarà quella l’unica fiammata in zona-gol. Cala il Bologna, ma il Benfica non ne approfitta: al 42′ ci prova Di Maria con un tiro al volo potentissimo ma centrale (bravo Skorupski) e due minuti più tardi Carreras a colpo sicuro viene murato da Beukema. La ripresa trova un Bologna ancora combattivo, ma un Benfica meno contratto: è Skorupski a prendersi sulle spalle il destino della gara, parando sistematicamente ogni pallone. Su Pavlidis, due volte consecutive nella stessa azione e soprattutto su Amdouni, il cui tiro a giro al 79′ aspettava solo di entrare nell’angolo basso. Pochi minuti prima Italiano aveva rivoluzionato la squadra facendo entrare in un colpo solo Pobega, Freuler, Ndoye e Lucumì, autore dell’unico gol segnato dal Bologna in questa Champions League. La partita si infiamma nel finale, con rovesciamenti di fronte che fanno saltare gli schemi su entrambi i fronti. Amdouni cerca la rivincita nel recupero ma Skorupski si supera con la terza parata decisiva della partita. Prodezza che chiude il sipario sulla serata. E anche sulle residue ambizioni Champions del Bologna. Che comunque lascia il campo a testa alta.