Lorenza Scarpante, fermata per omicidio aggravato dopo la morte del marito Giuseppe Marra, ha incontrato in carcere la sua legale di fiducia
BOLOGNA – “A mio parere Lorenza Scarpante è innocente. E’ molto provata, ma per la morte del marito, non per la sua detenzione. Per i suoi due figli, per sua mamma, per il suocero”. A parlare è Chiara Rizzo, nuova legale della 57enne in stato di fermo per omicidio aggravato dopo la morte di Giuseppe Marra, 59 anni, come lei originario di Aosta e che con lei gestiva un negozio di cannabis legale in via Indipendenza. L’avvocato ha fatto visita alla donna in carcere alla Dozza, l’ha incontrata per circa un’ora e mezza e spiega di ritenere “credibile” il racconto che fa della sera e della notte di lunedì: non hanno parlato di droga, racconta, ma del rapporto che i coniugi avevano ricostruito. Lei ha confermato di essere andata a dormire e di aver trovato il marito già morto, riverso in una pozza di sangue solo l’indomani mattina al suo risveglio. Aggiungendo che negli ultimi momenti passati insieme erano entrambi tranquilli, non avevano litigato. E che già da marzo tra i due aveva preso il via un periodo di grande pace. Nel giorno dell’autopsia sul cadavere di Marra, a portare al fermo della donna rimangono però gli esiti degli esami tossicologici che rivelano l’assunzione di cocaina e alluginogeni e la convinzione degli inquirenti che nell’appartamento di via Zanolini non sia mai entrata una terza persona: non sono stati trovati infatti segni di effrazione e nessuno è stato ripreso all’ingresso dello stabile dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona, nè in entrata nè in uscita. I vicini hanno sentito invece forti rumori intorno alle 3, orario in cui il medico legale ha collocato la morte di Marra. Ipotizzando anche che possa essere avvenuta facendogli sbattere più volte la testa contro un muro o contro degli spigoli. Il tutto in attesa dell’udienza di convalida