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La tradizione ricorda il giorno di liberazione e gioia, proprio come fece la famiglia Cervi

BOLOGNA – Il 25 luglio 1943 cadeva il regime fascista: Mussolini veniva arrestato e il Gran Consiglio decretava la fine di un ventennio di dittatura. Quella sera, a Campegine, in provincia di Reggio Emilia, la famiglia Cervi, contadini antifascisti, festeggiò la notizia cucinando una grande pastasciutta e distribuendola gratuitamente in piazza. Un gesto semplice ma potentissimo: condividere il cibo per celebrare la libertà che tornava a farsi strada. In occasione del 82esimo anniversario da quel giorno, è stata organizzata anche quest’anno la “Pastasciutta antifascista” . Il piatto è diventato un simbolo, e ogni anno, in tutta Italia, viene preparato per ricordare quel 25 luglio di gioia e liberazione, diventando un atto collettivo di memoria, contro ogni forma di autoritarismo, razzismo e intolleranza. Sotto i portici del cortile di palazzo D’Accursio sono state posizionate le tavolate con i volontari di cucine popolari che hanno offerto i piatti di pasta al sugo a tutti i presenti.

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