La rivelazione del festival 2025 nella sua canzone ha citato proprio la stazione della città delle Due Torri
BOLOGNA – C’è anche Bologna con la sua Stazione nel testo “Volevo essere un duro” del cantautore toscano Lucio Corsi. Classe 1993 ha stupito tutti, una vera rivelazione al Festival di Sanremo di Carlo Conti.
Dall’aspetto originale con costumi che da sempre porta nei suoi tour, matita nera sugli occhi, capelli lunghi e lisci e spesso con il viso dipinto di bianco per poter mettere in risalto le sue espressioni, Lucio Corsi sorprende anche nel suo modo di fare musica sedendosi al pianoforte con una gamba ripiegata sullo sgabello e l’altra che si muove tra i pedali del pianoforte.
Una musica che vive nel passato così come nel presente e nel futuro, che trascende il tempo e porta con sé un messaggio importante: quello di quanto pur nella normalità e nella semplicità ognuno possa lo stesso trovare il suo posto nel mondo. È giusto e costruttivo reinventarsi, non tutti hanno un percorso lineare a strutturato e Lucio Corsi ci dice che va bene anche così. Questa forse è la forza che affiancata alla sua voce ha permesso a tantissimi italiani di riconoscersi nelle sue parole e far trionfare la sua canzone facendola approdare al secondo gradino del podio, subito dietro a Olly e alla sua “Balorda nostalgia”.
Stimatissimo dal bolognese Cesare Cremonini, Lucio Corsi ha portato sul palco dell’Ariston una figura legatissima a Bologna e in particolare all’Antoniano: quella di Topo Gigio con cui ha duettato nella serata delle cover affascinando i telespettatori di tutte le età.
Ma il grande successo sanremese non stupisce chi a Bologna già lo conosceva.
Tanto che all’Estragon ancora prima dell’effetto Sanremo il 13 aprile era già prevista la prima tappa del suo tour. Data sold out come tutte le altre tappe e per cui l’Estragon ha già pronta una replica.