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Solidarietà e allarme per Gaza, Bologna spegne il Nettuno

Il sindaco Matteo Lepore: “L’annuncio dell’occupazione di Gaza e della deportazione di 800.000 suoi abitanti decisa da Netanyahu è il preludio ad una nuova catastrofe umanitaria”

BOLOGNA – Bologna spegne le luci del Nettuno e della facciata di Palazzo d’Accursio per Gaza. Questa sera e domani, il simbolo della città resterà al buio come segno di protesta contro l’invasione israeliana della Striscia e la deportazione di ottocentomila abitanti della città di Gaza, annunciata dal premier Netanyahu. Il sindaco Matteo Lepore parla di un preludio a una nuova catastrofe umanitaria, di fronte alla quale la comunità internazionale non può rimanere in silenzio. E aggiunge che, come già accaduto a Firenze, anche le città devono farsi sentire: lo spegnimento del Nettuno è un gesto di sgomento per quanto sta accadendo in Palestina e un contributo locale a una mobilitazione internazionale che chieda la fine dei crimini contro l’umanità. Nel frattempo, Bologna ha accolto quattro nuovi cittadini palestinesi: tre adulti e una minorenne, giunti ieri sera grazie alla Croce Rossa Italiana e al Servizio Protezioni Internazionali di ASP Bologna. Si tratta di ricongiungimenti familiari con persone già ospitate in città nei mesi scorsi. All’arrivo, sono stati attivati servizi di mediazione linguistica, supporto legale e assistenza sanitaria: oggi è prevista la prima visita medica, seguita dalla presa in carico da parte dei servizi territoriali. Con questi ingressi, salgono a centosedici i palestinesi accolti a Bologna per motivi sanitari o ricongiungimenti: cinquantadue minori e sessantaquattro adulti, di cui centocinque già inseriti nel Sistema Accoglienza e Integrazione, mentre undici lo saranno entro la fine di agosto. Un impegno, quello del Comune e di ASP, sostenuto con risorse statali, per garantire accoglienza e dignità a chi fugge dal conflitto.

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