Il sindacato regionale di Polizia della Cgil parla del dissuasore elettrico e del suo impiego dopo la morte di due uomini in provincia di Genova e di Sassari
BOLOGNA – Il primo caso nel genovese, dove un 41enne è morto dopo essere stato fermato dai carabinieri con tre scariche. Poi quello di Olbia, il decesso di un 57enne che ha portato a due militari dell’Arma indagati per omicidio colposo. Il taser in questi giorni è al centro di un complesso dibattito che riguarda la sua effettività utilità e più in generale la sicurezza. Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi è intervenuto, definendolo uno “strumento imprescindibile” per le forze dell’ordine. Ma sotto accusa ci sono le conseguenze a cui può portare l’utilizzo di questo disuassore, che si compone di due elettrodi capaci di colpire un obiettivo con un flusso di corrente ad alto voltaggio, ma basso amperaggio. Di base una garanzia in più per operatori e cittadini anche secondo il Silp Emilia Romagna, il sindacato regionale di polizia della Cgil. Rimangono però alcuni problemi relativi all’utilizzo del taser, su cui secondo il sindacato è necessario riflettere