La polizia è ancora al lavoro per ricostruire tutti i passaggi che hanno portato il 48enne a tanta violenza
BOLOGNA – Grazie ad una vera e propria corsa contro il tempo e alla proficua collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte, anche in ambito internazionale, Gennaro Maffia è stato individuato e fermato all’aeroporto di Barcellona, poche ore dopo il duplice omicidio di Luca Gombi e Luca Monaldi e il tentativo di fuga dall’appartamento di Piazza dell’Unità che dallo scorso agosto condivideva con loro.
Ma dopo aver espresso soddisfazione per il lavoro effettuato nell’emergenza, il dirigente della Squadra Mobile di Bologna Guglielmo Battisti ha anche sottolineato come adesso cominci una seconda fase dell’attività di indagine, per capire cosa è successo all’alba del 2 giugno. Il presunto autore del delitto è ancora nella città catalana e non è al momento possibile fare ipotesi su quando le autorità spagnole concederanno la sua estradizione. Ci si concentra però sui recenti dissidi tra lui e due vittime, che sembra siano nate dalla loro volontà di vendere la casa. Maffia non voleva lasciare la camera presa regolarmente in affitto nello scorso agosto.
Gombi e Monaldi volevano lasciare l’attico e la Bolognina per andare a vivere in campagna, e avevano proposto di dargli 20 mila euro a titolo di buonuscita, per tranquillizzarlo e permettergli di trovare con calma un’altra sistemazione. Avevano chiesto aiuto anche a suo cugino che aveva provato a tranquillizzarlo. Venerdì i due proprietari avevano firmato il compromesso con l’acquirente e il coinquilino sembrava essersene fatto una ragione. Emerge però che il giorno prima era stato in banca. Al direttore della filiale aveva parlato di un ammanco sul suo conto e sospettava di uno dei due. Avrebbe anche detto: “Gliela faccio pagare”. Letto oggi, un macabro avvertimento, segnale di un rapporto precipitato in poco tempo, se si tiene conto che il 12 maggio Monaldi aveva festeggiato il compleanno nella pizzeria dietro casa e Maffia era tra gli invitati