Ai bianconeri non riesce il bis in Eurolega, gli spagnoli giocano meglio e nel finale prendono il largo. Non bastano 24 punti di Morgan, troppi buchi in difesa
Il bis non arriva, la bocciatura nemmeno, ma la lezione è chiara: la Virtus deve giocare meglio di così per essere competitiva come al debutto con il Real Madrid. Valencia, una squadra che le assomiglia per voglia e necessità di aggredire lo spazio non avrebbe bisogno di troppe disattenzioni difensive delle quali approfittare, come fa, col baby fenomeno De Larrea. Più di 100 punti incassati, troppa fragilità nell’uno contro uno a partire dall’avvio, quando gli spagnoli mettono a segno la prima delle tre fughe, di cui solo l’ultima risulterà decisiva. Perché nonostante tutto la Virtus resta in partita per oltre mezz’ora, e questo è un segnale di conforto. Di certo però non può permettersi di lasciarsi battere così largamente a rimbalzo, 40-27 per la squadra di Martinez che a dire il vero è una macchina da rimbalzi, 90 in due gare di Eurolega. E soprattutto non può concedere certe praterie, quelle dove vorrebbe infilarsi lei, operazione non sempre condotta con successo. Anche se quello che combinano in vari momenti della partita Pajola, 8 assist, Jallow, già solito ed efficace collante, e più di tutti Morgan, 24 punti con accelerazioni letali, lasciano più speranze che rimpianti. Edwards incanta con le sue invenzioni in avvio, poi però nel secondo tempo evapora, fino a mandare la squadra fuori giri e Valencia lontana in contropiede a inizio terzo quarto. Opaco e poco utilizzato Niang, senza squilli Hackett, bocciato dopo appena 32″ Taylor, meno impatto della prima da Vildoza, Ivanovic non riesce a scuotere la squadra per un finale in corsa. Lezioni che serviranno.