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La Virtus stavolta non c’è, Paris domina

Bianconeri sconfitti 90-79 ma la differenza vista in campo è stata più ampia. Palle perse (26) e rimbalzi offensivi concessi (20) sono “numeri con cui è difficile giocare” dice alla fine coach Ivanovic

La seconda sconfitta europea è la prima, vera stecca della nuova Virtus. Mettendo insieme gli stessi errori di Valencia, ma stavolta in quantità e qualità negativa decisamente più grande, la squadra di Ivanovic a Parigi non sembra mai davvero in partita, travolta ben oltre il -11 finale. E così un processo di assemblaggio che sembrava già a buon, se non ottimo punto, ora va rivisto sotto una luce differente. Perché, almeno in Europa, serve qualcosa di diverso per tenere il passo. Lo ha dimostrato la squadra del coach modenese ed ex settore giovanile bianconero, Francesco Tabellini, scatenata dentro a un ritmo insostenibile, che la Virtus avrebbe dovuto cercare in tutti i modi di contenere e che invece prova scriteriamente a seguire, come aveva fatto in parte anche in Spagna la settimana prima. Succede allora che dopo aver ricucito il primo strappo nel primo quarto, Edwards, 1/7 da tre, si faccia ingolosire e sbilanci una V nera già troppo fragile vicino a canestro, dove gli ex M’baye e Bako mettono a nudo tutte le difficoltà del reparto lunghi. L’11-0 che apre il secondo quarto è già la pietra tombale sulla partita, il gap dal quale la Virtus non riesce mai a risalire davvero. La chiave è nel numero di rimbalzi offensivi, 20 per i francesi, e in quello delle palle perse, 26 dai bianconeri. “Numeri con cui è difficile giocare” ha detto alla fine coach Ivanovic. Figuriamoci competere per davvero. Anche perché tradotti in sostanza, significano 14 tiri dal campo e 9 liberi in più per i padroni di casa, che così possono permettersi ritmo folle ed errori senza ripercussioni. Tirando 40 volte da tre punti è più facile infilare 14 triple per Hifi, 20 punti a referto, e compagni. E tutto nonostante l’assenza dell’infortunato Justin Robinson, l’ex Trapani che in questo sistema ha un ruolo fondamentale. Per la squadra di Ivanovic gli unici da corsa stavolta sono Niang, che però sbaglia approccio e si fa condizionare dai falli, riuscendo comunque alla fine a portare a casa 10 punti e 8 rimbalzi, e Morgan, nettamente il migliore dei bianconeri, 21 punti segnati con 13 tiri, compresi quelli del -9 al trentesimo, tirando fuori la testa per un attimo dal -15 del terzo quarto. Poi si torna a sprofondare anche a -18, prima di rendere il conto meno amaro. Nella sera in cui perfino l’ottimo Jallow di questi tempi affonda, è il segnale della necessità di dover mettere a posto un po’ di cose.

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