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Sedute con cartelli, trasformano l’impotenza in un atto di resistenza per chiedere la fine della guerra

BOLOGNA – In Piazza Maggiore, alcune donne hanno scelto di alternarsi in una staffetta silenziosa. Sedute di fianco la fontana del Nettuno, stringono cartelli che denunciano il genocidio a Gaza e il senso di impotenza che questa tragedia e l’intero scenario geopolitico stanno lasciando nelle coscienze. Nessuna parola, nessun slogan gridato: solo la forza di restare ferme e visibili. Un silenzio che diventa un gesto che si oppone all’apatia. Perché, di fronte alla sensazione di non poter cambiare nulla, queste donne hanno deciso di cambiare almeno il modo di stare al mondo: trasformando l’impotenza in atto, e il dolore in presenza. Un piccolo spazio di ribellione, dove il silenzio si trasforma resistenza.

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