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Si sono svolti questa mattina a San Lazzaro di Savena i funerali di Franco Cresci, grande terzino del Bologna degli anni Settanta. Presenti tanti ex compagni di squadra in rossoblù, tifosi, amici e dirigenti.

BOLOGNA – Buso, Roversi, Cresci: da lì partiva la lettura dell’undici recitato quasi a memoria: non sarà stato il classico Negri Furlanis Pavinato del 64 ma Bulgarelli c’era sempre e due Coppe Italia da mettere in bacheca, nell’Italia del reflusso post miracolo, le ha pure messe. Comincia dalla memoria l’ultimo saluto a Franco Cresci, grande terzino del Bologna e fra i più presenti con la maglia rossoblu. Oggi a San Lazzaro le esequie, presenti tifosi compagni, amici e dirigenti. Avrebbe compiuto ottant’anni fra un mese. A Bologna arriva nel 1968, insieme a Beppe Savoldi, con cui all’inizio divide l’appartamento in centro. Lì comincia l’ultradecennale avventura in rossoblù di un ragazzo che non si risparmia mai, nemmeno in allenamento. Non si diventa per caso il sesto calciatore rossoblù della storia per presenze ufficiali, alle spalle di giocatori come Bulgarelli, Roversi, Reguzzoni, Nervo e Perani. Bisogna possederne la stoffa morale e Franco ce l’aveva, come testimoniano le sue 404 presenze in rossoblù, col contorno di 11 reti. Nel 1979 chiude la sua avventura sotto le due torri passando al Modena, dove conquista una promozione in C1 e appende gli scarpini al chiodo. Lì comincia la sua seconda vita in panchina, coltivata sempre con passione, la stessa che gli fa conquistare una storica promozione in C1 col Crevalcore con tanto di derby al Dall’Ara, nella stagione 1994-95, contro il Bologna di Ulivieri.

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